Lisanna Grosso¹ e Mauro Mottinelli ²
¹ MA Linguistics, Gallaudet University | Fulbright Alumni 2017-2018 BS Nursing | UPO Novara
² Psicologo clinico, psicoterapeuta, psicopatologo forense e Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) presso il Tribunale di Brescia
Le lingue, siano esse vocali o gestuali, si evolvono e diversificano in risposta a una serie di fattori geografici, storici, culturali e sociali. Un quesito di particolare interesse è se le lingue dei segni presentino dialetti analoghi a quelli delle lingue vocali (e dei quali ci siamo occupati qui). Per rispondere a questa domanda, è utile considerare la definizione di “dialetto” fornita dal vocabolario Treccani:
Un sistema linguistico adoperato in un ambito geografico limitato, che non ha raggiunto o che ha perduto diffusione e prestigio di fronte a un altro sistema linguistico dominante e riconosciuto come ufficiale, cioè la lingua nazionale.
Alla luce di questa definizione, è possibile affermare che anche nelle lingue dei segni esistono fenomeni di variazione linguistica paragonabili ai dialetti delle lingue vocali. Questo breve intervento esplora la presenza di dialetti e varianti nella Lingua dei Segni Italiana (LIS), analizzando le cause di tali variazioni, il ruolo degli insegnanti e degli interpreti nella standardizzazione, e le implicazioni sociolinguistiche di questi fenomeni.
Variazione linguistica nella Lingua dei Segni Italiana (LIS)
La LIS, come ogni lingua naturale, presenta una notevole variazione linguistica. Un esempio significativo è il segno per “papà”, che varia in base alla zona geografica. Questo video mostra alcune di queste varianti, evidenziando le differenze tra le diverse aree d’Italia. Le variazioni non si limitano solo alle regioni, ma si riscontrano anche tra città vicine. Un esempio emblematico è il segno per “luna”, che differisce tra Milano e Brescia, come illustrato in questo video. Infine, vengono presentati alcuni segni dialettali, tra cui “sorella” utilizzato a Torino, “bello” a Brescia, “tè” a Genova, “grazie” a Roma, “cambiare” a Napoli e “casa” a Palermo. Nei video seguenti vengono mostrati due segni: uno utilizzato a livello nazionale e l’altro specifico del contesto locale:
Queste differenze riflettono variazioni regionali analoghe ai dialetti delle lingue vocali. Tuttavia, il termine “varianti” è talvolta preferito per indicare una diversità che non dipende esclusivamente dalla geografia, ma anche da fattori come l’età, l’educazione e il contesto sociale.
Molti insegnanti, durante le lezioni, mostrano segni che differiscono da quelli più comunemente usati, e spesso queste varianti sono chiamate “dialetti”. In questo contesto sarebbe forse più corretto parlare di “segni della Lingua dei Segni Italiana più utilizzati a [città]”, piuttosto che di “dialetti”.
La natura delle lingue dei segni: una prospettiva sociolinguistica
Le lingue dei segni sono lingue naturali con una forte componente visivo-gestuale. Dal punto di vista sociolinguistico, condividono molte dinamiche con le lingue vocali, tra cui l’evoluzione nel tempo e la variazione in base a fattori geografici e sociali. Le comunità sorde sviluppano le proprie lingue dei segni in risposta alle necessità comunicative locali, adattandole e modificandole nel tempo, dando origine a dialetti e varianti.
Cause dell’emergere di dialetti e varianti nelle lingue dei segni
- Isolamento geografico: comunità Sorde separate geograficamente tendono a sviluppare variazioni locali della lingua dei segni. L’assenza di contatto continuo favorisce l’emergere di segni distintivi, come avviene con i dialetti nelle lingue vocali.
- Scuole per sordi: storicamente, le scuole per Sordi hanno svolto un ruolo cruciale nella formazione di varianti locali. Ogni istituto, attraverso le proprie metodologie didattiche e i segni insegnati e/o acquisiti, ha contribuito alla nascita di “dialetti scolastici”. I tre istituti romani – l’Istituto Statale dei Sordi Tommaso Silvestri di via Nomentana, l’Istituto Filippo Smaldone e l’Istituto Gualandi per i Sordomuti e le Sordomute di Roma – hanno influenzato significativamente la variante della LIS utilizzata a Roma. In questo video vengono illustrati i tre segni per “bravo” utilizzati rispettivamente in questi Istituti.
- Contesto sociale e culturale: le tradizioni culturali e sociali influenzano lo sviluppo di una lingua. In regioni con forti dialetti vocali, tali influenze possono riflettersi anche nella LIS, sia nei segni sia nella struttura sintattica. A Milano, ad esempio, esiste un segno per “bauscia”, un termine dialettale milanese, come mostrato in questo video.
- Cambiamento linguistico: anche le lingue dei segni, come le lingue vocali, sono in costante evoluzione (del cambiamento linguistico ci siamo occupati qui). Nuovi segni emergono per esprimere concetti moderni, specialmente legati alla tecnologia, mentre altri cadono in disuso. Questo processo arricchisce la lingua e contribuisce alla diversificazione.
- Generazioni e tecnologia: Le nuove generazioni di persone Sorde introducono spesso nuovi segni o adottano varianti diverse. L’esposizione ai social media e alle piattaforme online facilita la diffusione di nuovi segni a livello nazionale e internazionale, contribuendo alla creazione di una sorta di “lingua dei segni globale”.
- Influenza di altre lingue dei segni: Il contatto con comunità Sorde di altri paesi, facilitato da internet e dagli scambi culturali, porta all’influenza reciproca tra lingue dei segni diverse. La Lingua dei Segni Americana (ASL), ad esempio, ha influenzato altre lingue segniche attraverso la diffusione globale della cultura statunitense.
La sfida della standardizzazione e il ruolo degli insegnanti di LIS
Gli insegnanti di LIS svolgono un ruolo fondamentale nel tentativo di standardizzare alcuni segni, con l’obiettivo di facilitare la comunicazione e il lavoro degli interpreti (del ruolo degli insegnanti nei processi di standardizzazione nelle lingue vocali ci siamo occupati qui). La standardizzazione è particolarmente complessa per i segni che presentano forti varianti regionali, come quelli per i colori e i mesi. Il segno per “giallo” e “gennaio”, ad esempio, hanno diverse varianti locali, come mostrato nei seguenti video:
Mentre una di queste varianti è ampiamente riconosciuta a livello nazionale, altre rimangono in uso in specifiche città o regioni, come si può osservare in questo video, che mostra una variante del segno per “nero” a Roma.
Gli insegnanti cercano di promuovere l’uso dei segni più diffusi per facilitare l’apprendimento e l’interpretazione, ma si confrontano con la resistenza delle comunità locali che desiderano preservare le proprie varianti. Inoltre, il dibattito terminologico tra “dialetto” e “variante” è ancora aperto. Alcuni preferiscono evitare il termine “dialetto” per non creare gerarchie linguistiche e per riflettere meglio la realtà dinamica e multidimensionale della LIS.
Essi devono avere una preparazione specifica che richiede competenze linguistiche e una profonda comprensione delle varianti regionali. Tuttavia, la mancanza di un percorso formativo univoco e di risorse didattiche adeguate rende il loro compito una sfida costante.
Il ruolo degli interpreti LIS e l’impatto della Legge 104/92
Gli interpreti di LIS affrontano sfide significative a causa della varietà di segni utilizzati in diverse regioni. La mancanza di standardizzazione può rendere difficile la comprensione di segni sconosciuti, richiedendo agli interpreti di chiedere chiarimenti ai parlanti sordi. Questo aumenta la responsabilità degli interpreti nel garantire traduzioni accurate e adeguate ai contesti specifici.
La Legge 104/92 ha avuto un impatto positivo, consentendo alle persone sorde di usufruire del servizio di interpreti LIS nelle università e in altri contesti educativi. Questo ha facilitato l’accesso all’istruzione superiore e ha contribuito a una maggiore interazione tra comunità sorde di diverse regioni. Gli interpreti e insegnanti di LIS, viaggiando per motivi professionali, favoriscono lo scambio di segni e la conoscenza delle varianti regionali.
L’influenza dei social media e dei viaggi
La diffusione dei social media e l’aumento dei viaggi hanno accelerato la circolazione di segni e varianti nella comunità sorda. Piattaforme come YouTube e TikTok permettono la condivisione rapida di nuovi segni, contribuendo sia alla standardizzazione sia alla conoscenza delle varianti locali. Le persone sorde oggi sono esposte a una gamma più ampia di segni, arricchendo il proprio vocabolario e favorendo un’evoluzione linguistica naturale.
Paralleli con le lingue vocali: l’esempio dei giornalisti RAI e degli accenti regionali
Un parallelo interessante può essere tracciato con l’evoluzione delle lingue vocali in Italia. In passato, i giornalisti della RAI dovevano evitare di parlare con il proprio accento regionale, poiché ciò era associato a una bassa cultura. Oggi, invece, molti giornalisti parlano un italiano corretto, ma lasciano trasparire il proprio accento, riflettendo un cambiamento nell’atteggiamento verso le varietà linguistiche e un riconoscimento del valore della diversità culturale.
Allo stesso modo, nella LIS, è possibile riconoscere la provenienza di una persona dai segni che utilizza. Le varianti regionali non sono viste come un ostacolo, ma come una ricchezza che contribuisce all’identità individuale e collettiva.
Conclusioni e prospettive future
La presenza di dialetti e varianti nella LIS rappresenta una testimonianza della vitalità e della complessità di questa lingua. Mentre la standardizzazione può facilitare la comunicazione e il lavoro degli interpreti, è fondamentale preservare le varianti regionali che arricchiscono la lingua e riflettono le identità culturali delle comunità sorde.
Il futuro della LIS dipenderà dalla capacità di bilanciare l’esigenza di una lingua condivisa con il rispetto per la diversità linguistica. Gli insegnanti e gli interpreti di LIS continueranno a svolgere un ruolo cruciale in questo processo, promuovendo sia la diffusione di segni standardizzati sia la valorizzazione delle varianti locali.
La crescente interconnessione globale, facilitata dai social media e dalla mobilità delle persone sorde, offre opportunità uniche per l’evoluzione della LIS. Questo dinamismo linguistico può contribuire a una maggiore comprensione e inclusione, sia all’interno della comunità sorda sia nella società nel suo complesso.
Per approfondire
Treccani. (n.d.). Definizione di “dialetto”. Recuperato da sito web Treccani.
Legge 5 febbraio 1992, n. 104. “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”.
0 Commenti
Lascia un commento