Andrea Villarini
Università per Stranieri di Siena
Uno dei temi che il 2020 ha portato alla ribalta nel campo delle lingue è certamente la didattica on line. Si è passati, infatti, nell’arco di una manciata scarsa di mesi a svolgere corsi di lingua praticamente solo on line.
Quando la crisi pandemica in atto cesserà di essere al suo apice, tutti ci auguriamo il prima possibile, resteranno da valutare gli effetti che questi stravolgimenti nella didattica lasceranno nei corsi di lingua. Si tornerà alla fase prepandemica come se nulla fosse successo? Anzi, assisteremo addirittura a crisi di rigetto nei confronti dell’utilizzo delle tecnologie viste come vestigia inquietanti di un passato recente che nessuno vorrà più rivivere, fatto di isolamento e distanziamento sociale obbligatorio? Oppure, si potrà tornare in aula ereditando quello che di buono l’esperienza massiva della didattica online avrà lasciato?
Nessuno ora, ovviamente, è in grado di fare previsioni certe. Noi possiamo solo esprimere l’auspicio che prevalga il secondo atteggiamento, quello di chi avendo operato a distanza ne avrà colto i pregi e i difetti, e tornerà in aula arricchito di nuovi strumenti, nuove competenze, nuovi saperi a tutto vantaggio della didattica delle lingue in genere e al contempo si continueranno ad avere forme di didattica on line definibili veramente come tali e già sperimentate su larga scala.
Però, per poter arrivare a questa soluzione, si deve intendere bene cosa sia fare didattica delle lingue online, che vere opportunità offre, quali competenze specifiche richiede e quali sono i suoi limiti. Sgomberando il campo immediatamente dalla visione, un po’ in voga in questo momento, che ritiene l’e-learning in contrapposizione frontale con la didattica d’aula. Quasi una disputa ideologica tra i nuovi apocalittici (quelli dell’online a tutti i costi) e i nuovi integrati (quelli della didattica in presenza sempre e comunque).
Partiamo innanzitutto da qualche definizione. Già solo scorrendo queste prime poche righe si sarà notato l’utilizzo di vari termini legati alla sfera dell’e-learning che sono iniziati a diventare familiari con i quali ci dovremmo misurare anche in futuro.
‘Online’, ‘e-learning’, ‘didattica a distanza’ sono tutte espressioni, considerabili come sinonimiche, che servono per invocare una modalità di sviluppo della competenza (linguistica nel nostro caso) legata alle potenzialità offerte dalla rete internet.
Tecnicamente questi spazi si costruiscono per lo più su piattaforme (dette anche LMS – Learning Management System) che servono per condividere un progetto di formazione tra persone finalizzato allo svolgimento di attività didattiche, con strumenti di cooperazione sincrona (chat, videochiamate) e asincrona (forum o letture di materiali) e con la possibilità di tracciare gli esiti delle attività e le azioni svolte all’interno del corso dai partecipanti al corso.
Esistono vari modi di sfruttamento didattico di internet per lo sviluppo della competenza linguistica. Li osserviamo dal punto di vista del docente.
Un primo livello di sfruttamento delle potenzialità di internet è prossimo al grado zero. Si tratta infatti del solo utilizzo per la ricerca, individuazione e reperimento di input didattici da sottoporre alla classe. Anche se di grandissima utilità, uno sfruttamento di internet di questo tipo è, come dicevamo, di grado minimo, perché il docente si limita a prelevare testi (audio e video) sfruttando l’inesauribile deposito di materiali ivi presenti. Qui semmai si pone il problema di non rimanere sommersi da tanto materiale che da ricchezza potrebbe risultare un peso troppo enorme da gestire. Nella didattica delle lingue, infatti, vige il principio per cui less is more, e non sempre inondare la classe di stimoli linguistici può risultare una buona idea. Questo sfruttamento inoltre, prevede un andamento del corso essenzialmente in presenza (sincrono lo abbiamo definito), dove il docente gestisce la classe come farebbe nell’aula tradizionale. Tutto quello che di didattico avviene, avviene sotto gli occhi dell’insegnante. Anche se il corso si svolge per tramite di un dispositivo con tutti di fronte allo schermo (ad esempio via MEET o Teams o Skype), il tipo di didattica è la stessa di un’aula tradizionale. Qui internet è solo il medium per collegarsi in simultanea e replicare quasi pedissequamente le metodologie didattiche attuabili in un’aula tradizionale.
Un secondo livello di utilizzo di internet è invece quello dove il docente non si limita ad attingere materiali e testi input, ma costruisce nell’ambiente on line delle attività che possono essere svolte asincronicamente dai suoi corsisti che alternano attività alla presenza del docente con attività svolte ognuno per proprio conto restando in contatto tramite il web. Comincia qui a prender forma la didattica delle lingue veramente on line. Il cambio di passo non è solo nelle tecniche e nell’ambiente dove questa didattica si svolge, ma subentra un’atra nozione di tempo e di spazio.
Il tempo passa da contingentato e stabilito in partenza a tempo dilatato, dove chi frequenta il corso entra – svolge le attività richieste – esce dal corso secondo un ritmo personale. L’insegnante non può più gestire la classe simultaneamente, ma deve imparare a gestirla secondo, appunto, una diversa idea di frequenza al corso.
Inizia a cambiare anche l’idea di spazio. Sempre facendo riferimento all’aula tradizionale, siamo abituati a concepire questa dimensione come chiusa e controllabile. Nell’online lo spazio diventa invece aperto (tutti sono in un altrove) e non gestibile interamente dal docente.
Infine, arriviamo al livello di massimo sfruttamento di internet. Un livello dove il docente abbandona qualsiasi possibilità di interagire in sincrono con tutta la classe e affida tutto il percorso didattico alle potenzialità della rete con sole attività asincrone. Sono queste le situazioni tipiche dei corsi di lingua on line con studenti che provengono (poiché il corso può essere seguito dal divano di casa) da tutto il mondo e quindi è impossibile trovare il modo di stare tutti insieme “in aula” nello stesso momento.
Per quanto appena detto, fare didattica delle lingue on line è quasi un altro mestiere. Non esiste errore più grande che approciarvisi seguendo schemi mentali e comportamentali attuati nei corsi in presenza. Ovviamente è del tutto lecito iniziare adattando quello che siamo stati abituati a fare in aula, si parte sempre dal noto per arrivare all’ignoto, ma non si può rimanere fermi a questo stadio.
Si deve avanzare mettendo in campo competenza nuove, ancora non del tutto indagate a dir la verità, metodi nuovi e tecniche nuove. Si deve, in altri termini, mettere in campo una figura di docente di lingua nuova: il docente di lingue on line.
Per realizzare una buona situazione didattica (per le lingue e non solo) si deve essere in due: il docente e il gruppo classe. Ambedue devono operare in una sinergia dinamica che porti al raggiungimento degli obiettivi didattici. Per il docente si è detto. Ma serve concludere aggiungendo una riflessione rivolta stavolta a chi decide di studiare le lingue on line.
Anche la figura dell’apprendente cambia al cambiare del luogo dove questo processo avviene. Anche per lui vale quello che è stato detto con riferimento all’insegnante: non ci si può approcciare ad un corso di lingua on line replicando quanto abituati a fare in aula. Tra i vari cambiamenti segnaliamo l’alto tasso di autonomia che un corso di lingua tramite internet richiede a chi lo frequenta. Autonomia che non vuol dire autoapprendimento, vuol dire essere in grado di autogestirsi di più e meglio nei tempi di accesso al corso, nelle scelte operate una volta dentro la piattaforma e nell’autopercezione di cosa si ha realmente bisogno, senza farsi trasportare dalla corrente della classe.
In conclusione insegnare e apprendere le lingue on line si può e in alcuni frangenti si deve. A patto che si diventi bravi insegnanti digitali e che ci si sforzi di diventare bravi apprendenti digitali.
Per approfondire
Chapelle, Carol A. & Shannon Sauro. 2017. Technology and Second Language Teaching and Learning. Oxford: Wiley Blackwell
Troncarelli, Donatella & Matteo La Grassa. 2016. Orientarsi in rete. Didattica delle lingue e tecnologie digitali. Siena: Becarelli.
Villarini, Andrea. 2020. Didattica delle lingue straniere. Bologna: Il Mulino.
Villarini, Andrea (a cura di). 2019. Insegnare l’italiano con i MOOC. Pisa: Pacini
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